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Antonio Mulas è un fotografo italiano che nasce a Sassari, una città situata nel nord della Sardegna, il 22 settembre del 1993.
Con la sua famiglia, composta dal padre Pasqualino, operaio nel campo dell'edilizia, e dalla madre Daniela, casalinga, trascorre i primi anni dell'infanzia lontano da qualsiasi tipo di strumento che possa arrestare il tempo imprigionando immagini sulla carta stampata. Vivere in periferia e a contatto con la natura è forse l'elemento che più caratterizzerà il futuro e la carriera del reporter che, sin da piccolo, ama soffermare il suo sguardo su ciò che gli accade attorno, siano essi momenti di pace nella campagna dove è cresciuto o i più disparati e caotici frangenti nel centro storico della sua città. Quelli sono i luoghi nei quali si ritrova circondato da piccoli artigiani nelle loro botteghe o immerso tra i banchi del vecchio mercato dove le urla di chi vende i propri prodotti attirano sempre la sua attenzione.
Per un bambino di appena cinque anni, osservare la quotidianità doveva servire come strumento per interpretare il mondo in ogni suo anfratto, rendendo propri eventi che non gli appartenevano come se niente andasse buttato e tutto valesse la pena di essere vissuto. Ma questo non gli era sufficiente. All’età di sei anni riceve da Pasqualina, la propria nonna paterna, una piccola Kodak Instamatic 56-x del 1972 che entra in punta di piedi tra i suoi giocattoli, legandosi per sempre a lui come primo ricordo ed elemento scatenante della passione per la fotografia, passione che molti anni dopo lo porterà a cercare nell’obiettivo lo strumento per eccellenza con il quale comunicare. Le inquantificabili ore trascorse con il suo nuovo regalo fingendosi un fotografo e al contempo cercando di carpirne il funzionamento, accrescono in lui il desiderio di ricevere uno strumento realmente capace di scattare fotografie, volontà mai espressa verbalmente e che con la crescita viene messa da parte per dare spazio ad altri sogni frutto del percorso che decide di seguire in adolescenza. Quest'ultima fugge via in fretta e, con la maggiore età, a cavallo con la fine dei suoi studi, Antonio riceve in regalo dai suoi genitori una DSLR Nikon che cambia per sempre ciò che fino a quel momento ha immaginato per il suo futuro, riaccendendo in lui la miccia di quella vocazione latente ma mai dimenticata.Da subito si dedica in maniera frenetica allo studio delle basi della fotografia, concentrando le prime attenzioni sul come è costruita una reflex digitale ed in che modo svolge le sue funzioni per poi soffermarsi sullo studio della luce e della composizione fotografica.
L'autodidattica è stata la sua prima vera maestra, donatrice di una spinta creativa ed una voglia insaziabile di scoprire che lo inducono ad alternare lettura e studio della tecnica con la pratica in strada. Nei primi anni di esercizio dei vari generi fotografici la tendenza rimane quella di ritrarre le persone, seguendo la propria strada spinto da una forte attrazione e dilettandosi al contempo nel cogliere l'attimo, rapito dal voler rappresentare lo spettacolo offertogli da chi incontra per strada. Compiuti vent'anni si trasferisce per un periodo di sei mesi a Valencia, in Spagna, dove scopre il mondo dei clochard rimanendone incantato. È qui che tra uno scatto e l'altro viene letteralmente fulminato da quello stile di vita, così silenzioso per chi si lascia distrarre dall'odierno conformismo ma dall'impatto devastante per chi ha il coraggio di guardare davvero. Da questo flusso di coscienza prendono vita immagini sincere e taglienti, rendendo onore a ciò che è il vero scopo di un fotoreporter.
È nel 2014 che Mulas sceglie di voler raccontare ciò che i suoi occhi hanno incontrato e lo fa con il suo primo ed importante progetto fotografico a sfondo sociale, intitolato "Senza Fissa Dimora", reportage composto da diciotto immagini volte a rappresentare la quotidianità di quegli uomini e quelle donne che, nella maggior parte dei casi, restano invisibili. Tornato nella sua città natale con un bagaglio di vita più ampio, desideroso di far conoscere la sua raccolta di scatti e con la voglia di mettersi in gioco, decide di incontrare Marco Sanna con lo scopo di organizzare la sua prima personale che verrà inaugurata qualche tempo dopo, il 14 ottobre dello stesso anno.
Durante la prima mostra Mulas non passa inosservato e, notato dalla comunità fotografica sassarese, viene invitato a partecipare al primo concorso fotografico "Uno Scatto Per Dare Voce" organizzato dall' Associazione Mondo X Sardegna dove, partecipando con cinque foto del progetto sui senza fissa dimora, si guadagna il primo posto. In questo breve frangente della sua vita le soddisfazioni arrivano veloci e lo segnano a tal punto da plasmare il suo carattere e le sue idee, dandogli la certezza che, con la fotografia, si può realmente cambiare qualcosa.
Antonio racconta: "La passione per l'obbiettivo è un qualcosa che mi appartiene sin dall'infanzia e crescendo mi sono reso conto di avvertire un senso di responsabilità verso diverse tematiche sociali, sensazione che sempre più spesso mi costringe a voler raccontare ciò che i miei occhi incontrano".
Nel 2016 decide di iniziare un percorso di formazione sulla fotografia di ritratto. La sua camera diventa il suo studio e tra una prova e l'altra crea una composizione fotografica con sfondo nero capace di enfatizzare il volto dei protagonisti dando quindi forma a "FACES", progetto fotografico volto a rappresentare in maniera fedele la diversità del genere mano. La ricerca dei soggetti dura circa due anni durante i quali vengono fotografati individui di età, etnia e religione differenti.
Durante una chiacchierata con il suo amico e collega Cristiano Dettori, scrittore sassarese egualmente interessato alle tematiche sociali, i due decidono in comune accordo di unire il progetto fotografico "FACES" al progetto letterario "VOX" così da fornire uno sguardo più approfondito alla vita delle persone fotografate. Da quel momento, grazie all'unione dei nomi dei due progetti, nasce "FACES and VOX". Le due realtà crescono e percorrono un cammino parallelo incontrandosi nel sito internet www.facesvox.com, così da fornire a chiunque voglia un mezzo per conoscere e confrontare la propria vita con quella di chi ha accettato di partecipare al progetto.
Al compimento dei venticinque anni e al completamento del suo ultimo progetto, Mulas presenta alla città natia il frutto del lavoro svolto con una mostra fotografica inaugurata il 27 Novembre 2018 presso la Sala Duce di Palazzo Ducale a Sassari. In contemporanea con l'esposizione viene presentato il suo primo libro autoprodotto contenente i primi trenta ritratti dell'opera.